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Lasciare l’Università per l’Ansia

lasciare l'università per l'ansia

Chi svolge il mio lavoro si rende presto conto di quanto l’ansia legata all’università e al superamento degli esami sia un tema centrale per moltissimi ragazzi.

Una certa dose di ansia e paura del fallimento accomuna la maggior parte degli studenti negli atenei di tutto il mondo.

Tuttavia, una percentuale più ristretta, ma significativa, vive l’università come un girone infernale, caratterizzato da angoscia, attacchi di panico, stress e ansia, che possono compromettere il benessere psicologico e il rendimento accademico.

L’ansia da esame, infatti, non è solo un disturbo temporaneo che si manifesta in prossimità degli appelli, ma può diventare un problema più diffuso e invalidante, portando a decisioni drastiche come l’abbandono del percorso di studi. In questo articolo voglio rivolgermi a chi si trova in questa situazione, affinché lasciare l’università non sia l’unica soluzione a un problema complesso, ma risolvibile.

Quali sono le principali difficoltà psicologiche legate all’università?

Come abbiamo già detto, una certa dose di ansia è parte del pacchetto studente. Se si è in una condizione di funzionalità, l’ansia può essere motivante e utile. Tuttavia, diventa problematica quando esce dal binario della funzionalità e i suoi livelli si alzano al punto da bloccare il soggetto.

Un caso comune è il disturbo da attacchi di panico, che può avere origini diverse ma i cui effetti si manifestano anche nella carriera da studente, accentuando la paura di sostenere gli esami. Una persona immersa nell’ansia fatica a concentrarsi su ciò che studia, pensando costantemente al giorno dell’esame e a quanto tempo rimane per prepararsi. Questo pensiero disfunzionale distrae, inibisce e spaventa, impedendo di fare ciò che sarebbe necessario, ossia studiare. Il risultato? Lo studente passa ore sopra il libro, avendo effettivamente studiato solo per un paio d’ore.

Un altro effetto collaterale dell’ansia è la resa incondizionata. Quando ci si rende conto di avere troppo da studiare e poco tempo per farlo, l’ansia suggerisce che completare il programma è impossibile, portando a mollare tutto e rimandare.

Qui si introduce un’altra problematica psicologica comune: il rimandare. Procrastinare dà l’illusione di aver gestito la situazione, creando l’impressione di avere tutto sotto controllo. Questo è un autoinganno, una realtà che costruiamo ma che in pratica non porta benefici e ha certamente effetti peggiorativi. Rimandare, infatti, è spesso un modo “socialmente accettabile” per evitare.

Le ragioni della procrastinazione sono solitamente due:

  1. Paura di affrontare la situazione e le sue conseguenze (esposizione al professore, parlare in pubblico, eventuale bocciatura).
  2. Percezione di non essere all’altezza (la preparazione non è abbastanza buona).

Nel primo caso, è fondamentale lavorare sulla paura e sull’importanza di non evitare; nel secondo, è necessario riflettere sull’aspettativa irrealistica di perfezione. Poiché la perfezione non esiste, pretendere di non presentarsi a un esame finché non si raggiunge il grado ideale di preparazione può significare non presentarsi mai, o solo dopo mesi di studio, con il rischio di rimandare troppo a lungo e rimanere fuori corso. Legare la propria carriera a una credenza irrealistica di perfezione blocca gli studenti in sessioni di studio estenuanti, facendo apparire ogni preparazione come insufficiente. Paradossalmente, più si cerca la perfezione, meno la si raggiunge, poiché maggiore è la consapevolezza di ciò che non si padroneggia.

Infine, la terza ragione comune riguarda le aspettative proprie e della famiglia di origine. Spesso, il percorso universitario è imposto dalle famiglie o fa parte delle proprie ambizioni, ma ci si può accorgere, lungo il percorso, che non è ciò che si desidera. Questo può generare ansia e angoscia, soprattutto per la paura di deludere i propri cari.

Come risolvere i problemi psicologici che impediscono di vivere bene gli anni dell’Università

La vita è il 10% di ciò che ti accade e il 90% di come reagisci ad esso.

Questa citazione sottolinea che l’università non è il vostro nemico; è solo un ambiente che espone a situazioni difficili. Il vero nemico è l’ansia, la paura, un giudice interiore troppo critico o la necessità di emanciparsi emotivamente dalla famiglia d’origine.

L’università dovrebbe essere lasciata solo se ci si rende conto di voler percorrere altre strade nella vita che non prevedono una laurea, se la motivazione allo studio non è abbastanza forte da sostenere il processo di fatica e sacrifici che l’università richiede, o se si è consapevoli di aver scelto un percorso sbagliato e di voler cambiare.

Non dovrebbero esserci motivazioni legate all’ansia, alla paura degli esami o a qualsiasi altra difficoltà emotiva, soprattutto se in realtà si desidera continuare gli studi ma si ha la sensazione di non poterci riuscire.

Se senti il desiderio di proseguire l’università ma le difficoltà emotive ti ostacolano, cerca aiuto. Esistono soluzioni e strategie per affrontare le difficoltà che ho menzionato (e probabilmente anche quelle che ho tralasciato).


Evitare le situazioni ci da l’illusione di metterci al sicuro ma crea in noi una ferita profondissima.

Di seguito il calendario online per prendere appuntamento con me, in presenza o online.

Svolgo sedute per superare la paura degli esami o la paura dell’università a Terni o Online

di seguito i miei contatti


Dr.ssa Erika Almadori

Specializzanda psicoterapeuta in Terapia Breve Strategica. Svolgo attività di psicologa a Terni e online. Offro un consulto psicologico volto a risolvere il problema con il minor tempo possibile.